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Viaggio di istruzione: Gustave Courbet e la natura

Argenta - Portomaggiore

Viaggio di istruzione: Gustave Courbet e la natura

Jean-Désiré-Gustave-Courbet nacque a Ornans il 10 giugno 1819 da una famiglia contadina benestante. Condusse i primi studi presso il piccolo seminario della città natale, quasi da autodidatta, e iniziò la sua attività come artista attorno al 1840, quando ancora la tradizione romantica era predominante; in particolare, si dedicò alla copia dal vero di alcuni dipinti esposti al Louvre. Il 1848 è la data delle sommosse e delle insurrezioni per tutta l’Europa: in Francia verrà proclamata la seconda repubblica; anche l’arte in questo travagliato periodo attraversa una crisi d’identità, che la spingerà sempre di più a distaccarsi dalle figure e dai paesaggi perfetti del romanticismo, avvicinandola progressivamente ad una nuova corrente, il realismo, della quale Courbet è il principale esponente. Nel 1871 l’artista partecipa all’insurrezione di Parigi; verrà condannato come sovversivo e costretto a vendere all’asta tutte le sue opere. Morirà pochi anni più tardi (1877) in un paesino della Svizzera, dove egli si era volontariamente ritirato.

L’Autoritratto con cane nero (1842)è un dipinto molto importante per la carriera di Courbet, in quanto è il primo quadro che verrà accettato al Salon di Parigi. In questo autoritratto egli si rappresenta con uno sguardo serio e orgoglioso (che caratterizzeranno il suo intero esercizio artistico), vestito in modo elegante e curato nei dettagli (rivendicando forse le proprie origini da famiglia abbiente); inoltre ritrae anche un bastone da passeggio (in quanto egli è un buon camminatore), una pipa e un raccoglitore di fogli da disegno.

L’Uomo ferito (1844-1854)è un autoritratto dove si raffigura disteso con il capo appoggiato al tronco di un grande albero. Egli non è morente ma presenta uno sguardo forse confuso dalla sofferenza. Al suo fianco scompare la figura prima presente della donna amata, sostituita da una spada e da una ferita sanguinante sul cuore.

Nel dipinto Buongiorno signor Courbet, realizzato nel 1854, sono presenti tre personaggi. Il primo a destra è Courbet stesso, che occupa circa metà dell’opera; il personaggio nella porzione centrale è Alfred Bruyas, committente dell’opera e mecenate dell’artista, accompagnato da un servitore e da un cane. Si nota la differenza nel vestiario dei personaggi: un Courbet (ancora una volta provvisto del bastone da passeggio) incontra un elegante (anche nella postura) Bruyas accompagnato da un servitore anch’esso elegante ma avente atteggiamento dimesso.

Un ulteriore dipinto che ebbe un impatto particolare sulla carriera di Courbet è Fanciulle sulla riva della Senna (1857). Questo quadro scosse ampiamente la critica dell’epoca: i quadri di quelle dimensioni erano destinati solamente a rappresentazioni religiose, storiche o mitologiche. Al contrario Courbet raffigura due giovani donne che si riposano su un prato in riva al fiume; nei loro volti assonnati e “colti di sorpresa” si può cogliere tutto il realismo della vicenda.

Courbet dipinse inoltre molti paesaggi della Franca Contea, regione della Francia orientale dove nacque; i più significativi di questi sono L’onda (1869) e Valle della Loue in cielo di tempesta (1870). Nel primo il pittore ritrae un’onda che, durante una tempesta, si scaglia contro gli scogli. Si dice che l’artista abbia realizzato il bianco delle onde lanciando con una spatola il colore. Nel secondo Courbet ritrae un paesaggio molto vasto, quasi di taglio fotografico; il cielo anche in questo caso è offuscato da diverse nuvole.

Per quanto riguarda il tema della caccia i quadri più significativi sono Volpe nella neve (1860) e Cacciatore a cavallo (1864). Nel primo una volpe, ritratta in un paesaggio innevato, sta sbranando un topo. Nel secondo, sempre in un paesaggio innevato, un cacciatore dallo sguardo e dalla postura malinconica è raffigurato in sella a un cavallo, che sta muovendo la testa quasi volesse seguire delle tracce tramite l’olfatto, come invece fanno i cani di solito.

Concludendo posso affermare di aver vissuto un’esperienza molto significativa in quanto mi ha permesso di conoscere una corrente artistica completamente diversa da quella fino ad ora studiata, nella quale i soggetti ed i paesaggi non sono più mitologici o religiosi ma provenienti dalla vita quotidiana; forse è proprio questo l’aspetto che non mi ha permesso di amarla molto. Credo che la apprezzerò maggiormente quando studierò la filosofia, la letteratura e la storia di questo periodo culturale. Giacomo Spadoni 

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