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Libera e la riflessione sulla legalità, l’esperienza dei ragazzi

Argenta - Portomaggiore

Libera e la riflessione sulla legalità, l’esperienza dei ragazzi

Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” è nata il 25 marzo 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi e scuole, territorialmente impegnate a diffondere la cultura della legalità attraverso alcuni impegni concreti, quali l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l’educazione alla legalità democratica e l’impegno contro la corruzione.

Libera è stata ammessa come parte civile a numerosi processi e maxi processi. Quello più vicino alla nostra scuola, “Aemilia” (Reggio Emilia) conta 147 imputati, di cui 15 per reati di usura aggravata dal metodo mafioso. Il vicepresidente dell’associazione, don Marcello Cozzi, ha accolto con gioia l’ammissione:

Chi denuncia non è più solo e, grazie alla rete capillare di Libera, possiamo raggiungere le vittime su tutto il territorio nazionale.

Venerdì 3 Marzo 2017 alcuni alunni e rispettivi docenti accompagnatori di Argenta e Portomaggiore si sono recati nell’aula bunker del tribunale di Reggio Emilia (allestita nel cortile di questo proprio per ospitare il maxi processo). In quell’occasione si è potuto assistere alle confessioni dei pentiti, testimonianze e prove fornite dalle forze dell’ordine, e alla collaborazione da parte di un pentito ancora in carcere.

Al centro dell’inchiesta ci sono spartizioni di appalti pubblici, ricostruzione post sisma (2012) ed elezioni amministrative; i reati più gravi contestati sono: associazione e concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza e molto altro ancora.

La giornata si è aperta con la confessione di Bonazzoli Giorgio riguardo alla morte del cognato il 4 dicembre 2014. Questi “lavoravano” insieme vendendo macchine inesistenti appropriandosi del denaro fornito dalla società di leasing. A lasciare impressionati i ragazzi, le sue parole dette con un’incredibile nonchalance:

Gli ho puntato addosso il fucile carico e poi sono partiti i due colpi. Ho caricato il corpo in macchina e l’ho buttato giù da un burrone.

Il referente regionale di Libera, Daniele Borghi, mostratosi disponibile e fiero di trovarsi di fronte a ragazzi che cercano di capire la pericolosità delle società a delinquere e della loro meticolosa infiltrazione nelle nostre vite, ha fatto presente che si trovavano dinanzi a testimonianze ancora “soft”; molte volte, infatti, si sentono anche testimonianze di omicidi più crudi (persone tagliate o bruciate vive..ecc.). Il Sig. Borghi ha chiarito, inoltre, che non e non è nemmeno facile uscire in fretta una volta entrati in questi spirali del crimine.

Angelo Salvatore Cortese, collaboratore di giustizia, nel processo del 14 febbraio 2017:

Ho passato 25 anni con la ‘ndrangheta; all’inizio era come se avessi vinto il superenalotto. La fratellanza, i valori, l’unità: ci credevo. Poi ho visto cose… Ti uccidono nell’amicizia, portandoti a cena la sera. Ti uccidono solo per un sospetto anche se hai dato la vita per loro. Hanno paura, paura di tutti.

Rientrati a casa, gli alunni possono vantare di aver compiuto un ulteriore passo per diventare cittadini informati e consapevoli del mondo della criminalità e del suo facile inserimento nella nostra quotidianità, e lottare per mantenere una permanente educazione alla legalità.

 

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