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Le studentesse del Montalcini a lezione virtuale di antropologia attraverso le opere di Willy Sanson

Argenta - Portomaggiore

Le studentesse del Montalcini a lezione virtuale di antropologia attraverso le opere di Willy Sanson

Una lezione di antropologia via Google meet per le alunne della classe 2 A SSAS dell’Istituto superiore Montalcini di Argenta, che si sono collegate proprio oggi con il Centro culturale Mercato per affrontare un viaggio virtuale tra le opere fotografiche di Willy Sanson, fotografo gradese, che ha viaggiato attraverso Laos, Cambogia, Thailandia, Vietnam, Malaysa, India, Nepal, Myanmar, Cina e Indonesia. 

La lezione é iniziata attraverso le parole di Mihaela Mezin, curatrice della mostra, che ha sottolineato quanto sia importante viaggiare, perché attraverso il viaggio si possono conoscere credenze, usanze, valori delle culture altre.

Le alunne hanno potuto vedere i ritratti di signore  centenarie che non si erano mai viste allo specchio e si sono emozionate vedendosi per la prima volta in fotografia, santoni indiani in meditazione, “signore” col naso dilatato da tappi di legno rese appositamente “brutte” per non essere desiderabili da altri uomini, tagliatori di teste indiani, uomini che consideravano i polli propri figli, ma che non li avevano mai mangiati, un indovino che schiacciando un pulcino riusciva a predire il futuro con il sangue che gli restava nelle mani, “vecchiette” con problemi di cataratta, che in mezzo alle tribù non pensavano certo ad un intervento chirurgico, bambine indiane ritenute reincarnazioni di Dee venerate fino all’arrivo del primo ciclo, donne e bambini indiani che già a 4 anni lavoravano come selezionatori di riso, un Sadhu che viveva nel cavo di un albero nella foresta per meditare, membri di tribù indiane che in cambio di una foto afferivano le loro collane di animali, danze propiziatorie per un buon raccolto, ragazze adolescenti truccate con pole i ricavate da erbe e frutti, 

Un viaggio virtuale tra riti, usanze e credenze di altre culture che ai nostri ragazzi sembrano improponibili e lontane, ma che hanno arricchito le loro conoscenze sul ruolo di bambini, donne, uomini di altre culture e sulla fortuna o sfortuna di vivere in una società schiava di convenzioni sociali e dove l’estetica la fa da padrona.

Un’occasione per comprendere quanto la diversità possa essere fonte di ricchezza e risorsa per un confronto costruttivo sulla propria identitá.