
La solitudine del portiere-racconto
LA SOLITUDINE DEL PORTIERE
Lo sto guardando proprio in questo momento. Sembra che sia già pronto per andarsene di casa, anche se ha ancora gli occhi chiusi. Ecco, forse ci siamo, si sta svegliando. Oggi mi sembra il caso di seguirlo dall’alto per vedere cosa combinerà stavolta. Ha solo quindici anni e gioca con dei trentenni. Io, al suo posto, sarei in difficoltà. In quella stanza con poster di portieri attaccati dappertutto, vari premi sugli scaffali e guanti da para-palloni a non finire, lui è lì in tensione anche se è in mezzo a quasi tutto ciò che ama. Manca solo un campo ed un pallone venire verso di lui. È ancora lì, seduto sul suo letto, probabilmente a pensare, anche se questo non lo posso sapere. Ma che sta facendo? Si è messo a correre giù per le scale. “Finale” è la parola che ho appena sentito pronunciare dal portierino e dalla mamma. Forse una finale di calcio? Se è così, sono arrivato nel momento giusto. Lo seguirò attentamente. Questo è un giorno speciale per lui. Ci ha messo solo cinque minuti per prepararsi, ne ha proprio voglia. Tra poco partiranno, meglio andare a sentire dove sono diretti. Se ho sentito bene, hanno detto “San Siro”, massimo se sbaglio, faccio una figuraccia con te, lettore. Io lo aspetto là… Allo stadio vedo due pullman: uno della Juventus e uno del Liverpool. Credo che lui giochi nella Juve, se è questo il posto giusto. Sì, è appena arrivato e… infatti ha il borsone della squadra di Torino. Va beh, aspetto che scendano in campo. Almeno sono andato nel luogo giusto. Eccoli, stanno camminando sul campo e si riconosce da lontano. È il più piccolo lì in mezzo. Non è facile raccontare al presente l’emozione che si prova guardando un semplice ragazzino in mezzo a quelle persone. Ha un ruolo delicato in quella squadra: il portiere. Egli sta, in alcuni momenti, in solitudine in campo. Non devi mai perdere la concentrazione. Se fai anche un piccolo sbaglio, sei fottuto. Non è come sbagliare un passaggio in attacco. Se fai un errore in quel luogo, due volte su tre, è la causa di un goal. Oh, eccoli, ti ho intrattenuto abbastanza. Il pubblico è in delirio per la finale. Ci sono cori in continuazione. Fischio d’inizio. Si parte. Il tempo non è un gran che, sembra che si stia abbassando la nebbia. Il Liverpool sta contrastando la Juventus, ora è in difficoltà. Un giocatore della squadra inglese sta avanzando verso il portierino. Tira…La palla finisce in rete. Lui non poteva farci più di tanto. Nel resto della partita non è successo molto, ma siamo nei minuti finali. Calcio d’angolo in favore della Juve, la nebbia si è fatta fittissima. Da una gran tensione, siamo passati ad un tempo morto. Tutto silenzio e un piccolo portierino in mezzo al campo. Solo, con lo sguardo speranzoso. E lì finì il mio tempo per restare sulla Terra e ritornai in cielo. Non ho potuto vedere tutta la finale di mio nipote.
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